Dall'intervista con Angela Madesani,
Earth heart, Damiani, 2011

Mi pare che il paesaggio, la natura, intesi come pianeta siano un elemento fortemente sociale. La natura dovrebbe divenire un elemento di precipuo interesse per la politica. Dietro il tramonto, dietro la bellezza di paesaggio onirico, in realtà ci sono anche delle minacce.

Credo che l’uomo sia partecipe di un progetto piuttosto ampio, la piccolezza non sta nelle dimensioni, quanto nell’incapacità di capire il vero senso delle cose. Quando parliamo di paesaggio, di territorio, pensiamo alla natura, pensiamo a qualcosa di primordiale che probabilmente non abbiamo mai conosciuto e non sappiamo cosa sia. Anche questo rimanda alla memoria della natura, dei paesaggi che in realtà non abbiamo mai conosciuto.

Mi piace cercare fra le cose più banali che si rifanno alla realtà, cercare un significato che porti a qualcosa che vada oltre. Il paesaggio in Earth, ad esempio, è molto lunare e si percepisce una dimensione onirica. Mi piace il paesaggio meno strutturato, più desolato. E’ un orizzonte che a noi, in Italia, manca. Il mio è un tentativo di creare un effetto che ti faccia riflettere sul tempo, che ti possa sembrare altro rispetto a quello che sto mostrando.

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