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EXTRACT 4 | Marcello Maloberti

…e tutto sta in come guardi le cose, perché si potrebbe vedere una stanza con quattro tavoli, come anche scoprire un mondo. Gli occhi sono importanti perché riflettono quello che abbiamo dentro, non vedono qualcosa che non ci abbia già attraversati. 
Questa è l’impalpabile linea che distingue un raccoglitore ad anelli da un’opera d’arte, che sono la stessa cosa, ma vibrano diversamente a seconda di chi le sta osservando. (Ho il sospetto che se qualcuno si domanda come mai della plastica vada toccata con i guanti, è possibile che gli stia sfuggendo un aspetto squisito della quotidianità)

“L’OPERA D’ARTE DEVE APPARIRE COME UN UFO”
…questa è una delle dichiarazioni più seducenti che abbia mai letto a proposito di come dovrebbero essere percepite le opere d’arte.
 Scritta a pennarello indelebile nero da Marcello Maloberti, è una delle frasi dei tavoli-libro, le quattro sculture della sua personale Marcello. 
Intitolata come il suo nome, perché nel nome si può dire risieda il destino delle persone, la storia già pensata che va man mano scrivendosi. Una mostra da leggere, composta da alcuni degli elementi che accompagnano da sempre la ricerca dell’artista: il tavolo, la parola, il corpo, la performance. 
Il tavolo mi riporta con la mente alla fotografia “Casa”, che vidi per la prima volta durante l’intervento che Marcello fece per la mia classe all’Accademia di Brera.

“MIA NONNA è ANCORA SOTTO IL TAVOLO”,
mi fa quasi commuovere, perché in questo semplice slogan risiede quella che per me è uno dei poteri dell’arte: preservare dall’essere dimenticati, creare indelebili collegamenti temporali.
Per sempre questa signora dall’aria gentile e curiosa sarà rifugiata sotto al tavolo, che diventa una sorta di archetipo dell’architettura. 
Le immagini di Marcello sono permeate da un senso di performatività: alcune nascono come documentazione delle sue performance, emancipandosi dall’idea di documento per assumere valenza di ricordo, mentre altre nascono spontaneamente dalla regia della mente dell’artista. 
Attraverso le pagine si sfoglia il modo di pensare di Marcello, e questa mostra generosa diventa così un ritratto di cinque minuti del mio cervello. 210 frasi-slogan raccolte dagli anni ’90, una serie di appunti archiviati nel tempo per formalizzarsi al momento opportuno in un lavoro fiabesco.

Cosa c’è dentro il cervello di Marcello Maloberti?
Una marmellata di pensieri, che spaziano dai frutti pensati come sculture eterne alle aranciate avvertite come simpatiche, una tovaglia di suggestioni in cui zie e filosofi chiacchierano amabilmente.
 Sotto ogni tavolo risiede una confezione di aranciate arabe di un’improbabile colorazione, disposte come fossero la merenda nascosta sotto ai banchi di scuola. Merende per tutti, ma anche linfa da cui nascono 220 venti pensieri.
La performance raggiunge l’installazione attraverso l’interazione del pubblico, chiamato ad essere parte attiva e non mero spettatore dell’opera. 
A coronare la scenografia di questo punto a capo del percorso di Maloberti, un poderoso disegno di luce che calamita lo sguardo di tutti i passanti.

“NON FAR FARE ALLA ROSA QUELLO CHE LA ROSA NON VUOLE FARE”
Generalmente le scritte al neon hanno dei font prestabiliti, questa invece deriva dalla grafia dell’artista e dal suo ricordo di una conversazione con Pier Paolo Calzolari. Se lo stesso Marcello la definisce il suo senso del classico, io intendo questa frase come un abbraccio, un invito a non snaturarsi ed apprezzare il visibile nel suo stesso manifestarsi: a volte anche le grandi passioni vengono messe a dura prova.
In tutto questo concentrato di soggettività, non poteva mancare una scatola nera, nascosta, come da protocollo, agli occhi dei più. Sulla scatola nera però non si può anticipare niente, perché serve un incidente per farla raccontare di sé.
“IL MIO LAVORO NASCE DA UNO SPAVENTO”

Claudia Santeroni

Marcello Maloberti
Marcello 2014, installation view at Galleria Raffaella Cortese
Photo: Lorenzo Palmieri

Marcello
Sep 24 – Nov 13, 2014
Galleria Raffaella Cortese
via A.Stradella 4, Milano

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